BIRRA EGIZIA DI PANEdosi con una pertica, una grande massa di farina di orzo (e anche di farro) con acqua. Con la pasta ottenuta riempivano dei piccoli testi, come i nostri vasetti di terracotta per le piante, alti dai 5 ai 25 cm. Li ammucchiavano a piramide (che strano... :-))) ), accendevano il fuoco al di sotto della pila e in tal modo li cuocevano soltanto superficialmente. Facevano attenzione, anzi, che all'interno i pani risultassero ancora crudi, in modo da poter fermentare in seguito. Tolti i pani semicotti dalle fornette, li spezzavano, li ammollavano in acqua contenente pasta di datteri (più economica, certo, del miele) e li lasciavano fermentare nelle vasche. L'impasto era poi filtrato e il liquido ottenuto era travasato in grosse giare chiuse con tappi di terracotta. Questa birra poteva variare per gusto, aromi e gradazione a seconda del cereale, della quantità di zuccheri e delle erbe usate nella macerazione (salvia sclarea, cardamomo, rafano, angelica ecc.). Ma certo gli egizi non usavano nè il luppolo nè il caramello di zucchero e quindi la birra egizia doveva avere un sapore, un colore e un aroma totalmente diversi dalle nostre birre moderne. (Mi ricorda qualcosa... un liquido non del tutto ma quasi completamente diverso dal tè... :-)) ) Almeno fino al 1440 aC e oltre (Nuovo Regno) la birra egizia era ancora preparata in questo modo, senza la germinazione preventiva dei chicchi d'orzo in acqua, utilizzando invece le muffe e i fermenti spontanei presenti nell'aria e nella farina. BodyScann Medicina Ricettario SiteMap TuoBanner
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