Le vitamine: LE VITAMINE LIPOSOLUBILE: LA VITAMINA E Torna alla pagina precedente
La vitamina E è presente in natura in varie forme, la più importante delle quali è l’alfa-tocoferolo. A scopo nutrizionale, le quantità di vitamina E vengono espresse per lo più in Tocoferolo Equivalenti (TE), ma talvolta anche in Unità Internazionali (IU); dove

1 Tocoferolo Equivalente = 1 mg R-R-Ra -tocoferolo = 1,5 IU

= 2 mg ß -tocoferolo = 3 mg alfa -tocotrienolo = 10 mg alfa -tocoferolo.

L’assorbimento dei tocoferoli avviene a livello dell’intestino tenue che richiede l’azione degli acidi biliari. L’efficienza dell’assorbimento dei tocoferoli e dei loro esteri varia dal 20 al 40%, a seconda delle condizioni fisiologiche e nutrizionali. Dalla mucosa intestinale i tocoferoli passano prima nella circolazione linfatica e poi in quella sistemica, dove sono veicolati dalle lipoproteine. Dalla circolazione periferica i tocoferoli sono captati dal fegato e dai tessuti extraepatici, dove vengono concentrati nelle strutture membranose delle cellule (mitocondri, microsomi, membrane plasmatiche e nucleari). I depositi quantitativamente più rilevanti sono rappresentati dal tessuto adiposo (150 µ g/g), dal muscolo (19 µ g/g) e dal fegato (13 µ g/g). L’azione biologica della vitamina E è dovuta principalmente (e forse esclusivamente) alle sue proprietà antiossidanti: essa previene la propagazione dell’ossidazione degli acidi grassi poliinsaturi (PUFA). Questa sembra essere la funzione fondamentale della vitamina.

Sono particolarmente ricchi di tocoferoli i semi in generale, alcuni cereali, la frutta e gli oli vegetali, con una distribuzione che è legata a variazioni intraspecifiche, ai diversi gradi di crescita, alla stagione, alle modalità di raccolta e lavorazione, ai tempi e modi di conservazione dell’alimento. Data la loro natura chimica, i tocoferoli sono soggetti ad ossidazione; la presenza di altri antiossidanti nello stesso alimento, come l’acido ascorbico, riduce le perdite ossidative. Le preparazioni domestiche, quali la bollitura, la frittura e la cottura al forno, comportano a volte perdite rilevanti, ma di difficile valutazione generale, data la molteplicità delle variabili interferenti. Si deve infine ricordare le perdite anche dell’80% del contenuto in vitamina E che si possono avere durante i processi di raffinazione, deodorazione, sbiancamento e idrogenazione degli oli.
Il fabbisogno di vitamina E è strettamente legato all’apporto di altri nutrienti, ed in particolare di acidi grassi poliinsaturi (PUFA), e va quindi definito in rapporto ad essi. Di conseguenza, non è stato stabilito un fabbisogno minimo giornaliero. Il livello raccomandato è intorno agli 8 mg/die per l’adulto, in ogni caso i valori non debbono scendere al di sotto di 3 e 4 mg/die.

Situazioni di carenza in vitamina E non si riscontrano in individui normali. Infatti la maggior parte delle diete ne contengono adeguate quantità. Di conseguenza, le sindromi da deficienza vitaminica sono state definite in individui con difetti metabolici. Bambini ed adulti incapaci di assorbire od utilizzare la vitamina E in modo adeguato possono sviluppare disordini neurologici caratteristici e progressivi che coinvolgono il sistema nervoso centrale e periferico, la retina ed i muscoli. I danni si sviluppano solo dopo diverso tempo, con livelli plasmatici di vitamina E estremamente bassi. La vitamina E è scarsamente tossica rispetto alle altre vitamine liposolubili.

  • RUOLO: cura e prevenzione dei disturbi sessuali e sterilità, delle malattie cardiovascolari, tumori, ulcere ed affezioni cutanee.

  • CARENZA: irritabilità, edema, anemia (nei neonati).

  • ECCESSO: nausea, disturbi intestinali.

  • ALIMENTI: oli vegetali, grassi animali.
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