Il Litio carbonato (sali di litio) e' utilizzato come agente psicoattivo nella terapia dei disordini maniaco-depressivi (depressione bipolare). Il Litio trova largo impiego nella prevenzione delle riacutizzazioni maniacali o di depressive, come terapia delle depressioni monopolari, come coadiuvante degli ADT, nelle forme farmacoresistenti a queste molecole, nelle Psicosi Schizoaffettive associato ai neurolettici. La terapia con litio va monitorizzata giornalmente fino al momento in cui non si stabilisce la corretta dose. I livelli di litio si riducono di circa la meta' ogni giorno senza terapia. I segni di tossicita' da sovradosaggio sono preceduti da sintomi quali letargia, secchezza delle fauci, tremore, dolori muscolari, disartria, anoressia, vomito, diarrea. La somministrazione cronica di litio puo' avere un effetto gozzigeno con conseguente ipotiroidismo. Il litio altera la funzione del nodo del seno con conseguente blocco di conduzione cardiaca nelle persone sensibili potendo causare un'aritmia sinusale ed episodi sincopali. I valori più comunemente consigliati sono pari a 1,0-1,5 mEq/l per il trattamento della mania acuta e a 0,6-1,2 mEq/l per la terapia di mantenimento. La tossicita' da litio puo' avvenire anche in presenza di livelli sierici normali. Farmaci tiazidici possono causare un significativo aumento dei livelli di litio. Il prelievo deve essere eseguito a digiuno da 12 ore.